Pubblicato inguineMAH!gazine #11 – 2007
La scena del fumetto dei paesi nordici riserva molte sorprese per chi riesce ad accostarsi, magari utilizzando qualche traduzione francese o in altra lingua, a questo mondo piuttosto lontano dal nostro. Intendo lontano non tanto per motivi di distanza territoriale ovviamente, ma soprattutto per cultura visiva e per tradizione narrativa. Se facciamo una breve ricognizione sulle nostre conoscenze della cultura di Paesi come la Finlandia, la Svezia, la Norvegia, vediamo che non siamo in grado di recuperare più di 2 – 3 nomi tra scrittori, scrittori per il teatro, registi…Insomma, uno scarso raccolto.
La sorpresa invece è tangibile: non solo per la maturità e l’originalità di autori come Matti (tradotto in varie lingue, è insieme a Pentti Otsamo l’autore più tradotto di questo Paese), ma anche per il volume di fumetti consumati l’anno.
Su 5 milioni di abitanti si stimano 3 milioni di fumetti letti…certo, in questi dati la parte del leone la fa l’editoria Disney, ma questo non toglie che siamo di fronte a un fenomeno di massa importante.
Nei primi numeri di Inguine abbiamo presentato la storia scritta a 4 mani dai due autori svedesi, Lars Sjunesson e Max Andersson: speravamo di incuriosire un editore per produrre un albo completo della storia del cadavere di Tito…ma così non è stato. Speriamo che lo stile di Matti, edito in Francia dall’Association, possa interessare qualche editore attento e capace di cogliere le novità (…pubblica dal 1992…) prima che diventino storia del fumetto.
La produzione finlandese è particolarmente interessante per la sua forte impronta visiva underground, per l’attenzione alla scena indipendente internazionale e alle tematiche surreali e non broadcasting dell’autoproduzione. La sua vocazione alla sperimentazione ha portato ad interessanti esperimenti, quali l’Opera I maestri suonatori di Marte, basata sui personaggi di Matti e realizzata in occasione del festival di fumetto di Helsinki nel 2000. Tale esperienza non è però unica: nel 2001 è stato realizzato un balletto ispirato agli animali di Julia Jaenis, mentre ci sono diverse esperienze di resa teatrale di personaggi e satira a fumetto anche in Svezia (ad esempio il personaggio Rocky di Kellerman).
- Ti vuoi presentare…Che cosa ci dici della tua vita?
Sono nato nel 1964 vicino Helsinki, ho studiato all’Università di Arte e Design dal 1985 al 1993. Ho cominciato la mia carriera come fumettista professionista nel 1992 con B.E.M. #1. B.E.M. #12 è uscito nel 2004 e si chiama KEKKONEN. Adesso sto lavorando ai numeri 13 e 14.
- Il primo fumetto apparso nel tuo Paese risulta essere dalle ricerche che ho fatto 1925, penso fosse Pekka Puup di Fogli:
Non mi risulta che pekka puupää è stato il primo fumetto nei paesi del Nord, perlomeno non è stato il primo in Finlandia.
- Comunque il tuo stile è molto originale. Ricorda qualcosa che proviene dalla cultura visiva naif o popolare. Ti ci ritrovi in questa definizione?
Sono la persona peggiore per analizzare il mio stile. Nel mio secondo libro ho cercato di dare conto di questa descrizione. Fred Flintstone incontra Dante. Ed anche se mi sembra che questa definizione non sia più completamente attinente al mio lavoro, almeno dà l’idea di come mi sentivo quando ho cominciato a lavorare. Trovo l’Art Brut e la cultura popolare una fonte d’ispirazione, d’altro canto sono ugualmente ispirato da Raymond Carver, Samuel Beckett, William Blake…
- Quali sono le tue tematiche preferite? Sei più interessato alle storie realistiche o fantastiche? Sembra che nei tuoi lavori ci sia un mix di questi ingredienti.
Mi sembra di essere attorniato da temi come l’esistenza di Dio, la morte…ma dipende. Idiozie dell’esistenza. Vanità delle vanità.
- Presenti in questo numero una storia realizzata sul tema dell’Inferno di Dante per Strapazin. È stato un incontro che aspettavi da tempo o un lavoro semplicemente realizzato perché te l’ha chiesto la rivista svizzera?
Dante è uno dei quegli elementi ispiratori che sento a me più cari. Avevo già fatto una versione dell’Inferno nel mio secondo libro in 8 tavole. Era il 1994.
- Sei mai stato invitato in Italia a presentare il tuo lavoro? Che idea hai in generale della scena del fumetto italiana?
Sono stato in una Biennale organizzata a Torino, la Biennale di arte emergente, c’era una piccola mostra. Credo di sapere qualcosa del fumetto italiano, ovviamente conosco Pratt, Alta è stato molto influente un tempo, lui è eccellente, Stefano Ricci è brillante, Topolino di Romano Scarpa, Canicola…molti altri che ora non riesco a ricordare.
- Ti piacerebbe fare animazioni tratte dai tuoi disegni? Che progetti hai in cantiere ora?
Non sono interessato all’animazione. Il movimento probabilmente non mi interessa molto. Se qualcuno mi chiedesse di farmi un’animazione, forse sarebbe interessante, visto che non dovrei impegnarmi molto.Mi piacerebbe scrivere un libretto per un’altra opera, forse anche una terza. Forse qualcosa per il teatro…Sto lavorando sul mio prossimo libro che uscirà nel 2008 o 2009, al momento dovrebbe esserci un altro libro prima di quello su cui sto lavorando, ma vedremo. Al momento sono più interessato alla scrittura che al disegno e non vedo il mio lavoro come disegno ma come una forma di scrittura.