Si può cominciare ad essere scienziati a 14 anni. Questo ci insegna la vicenda di Alfredo Brandolini, l’ornitologo che creò la raccolta del “Palazzone” oggi Museo Natura di S. Alberto, a pochi
chilometri da Ravenna.
Nel 1906 il giovane rampollo della famiglia nobile era un ragazzino affascinato dalla caccia, che praticava però con scrupolosa curiosità classificatoria e con un’attenzione empatica alla preda,
come si desume dai suoi diari dell’epoca. E proprio il pettirosso ucciso da questo adolescente avviò la collezione tassidermica che ora è ospitata nel paese sull’orlo delle Valli. Vivere nella
natura, che tra i due secoli era più che selvaggia, fu l’esperienza che segnò il destino del laureato in Agraria e appassionato ornitologo Alfredo: pur viaggiando per tutto lo stivale, visitò
anche per tre anni l’Eritrea, non dimenticò mai le sue origini. Una caratteristica tipicamente romagnola: così la sua inestimabile collezione di uccelli costituisce oggi il fulcro di questo
museo, dove i ragazzini curiosi possono scoprire lo scienziato classificatore che è in loro, meravigliarsi di fronte alle farfalle diurne italiane (tutte le specie!) e molte notturne, le farfalle
esotiche e gli invertebrati tipici di tutto il mondo, i cerambicidi delle pinete ravennati, i mammiferi che presentano fra gli altri rarissimi esemplari asiatici, i mammiferi del ravennate, i
rettili, le conchiglie dell'Adriatico, le conchiglie di acqua dolce della Romagna, le conchiglie di terra della Romagna… Ritrovare come Sherlock Holmes la capacità di differenziare, osservare con
lentezza, scoprire e distinguere le diversità nell’apparente omogeneità delle specie, costituisce, in particolare nell’età della preadolescenza e dell’adolescenza, un presupposto fondamentale per
lo sviluppo di un approccio scientifico al sapere. È in quella età in cui si suddividono le figurine, le macchinine per colori, i vestitini per tipologie, in cui si comincia insomma a
classificare nella specie, che musei come questi possono fare la differenza. E il museo Natura è proprio un luogo magico, anche per il suo involucro, che era originariamente un “Palazzone”
utilizzato come ostello e come luogo di scambio, dove insomma dal ‘500 ci si incrociava e ci si scambiava esperienze. Gestito dal 2003 dalla cooperativa Atlantide, ospita moltissime attività
durante l’anno: fino al 9 ottobre si può visitare ad esempio la mostra temporanea dal titolo “Animalerie” di Vania Bellosi, storica illustratrice della casa editrice faentina Moby Dick e per anni
illustratrice anche di quell’oggetto presente in molte delle nostre case , il “Lunêri di Smembar”.
Ma Sant’Alberto non è solo scienza, ma anche bibliofilia, luogo di libri e cultura popolare. Vale la pena fare una passeggiata anche fino alla Casa Guerrini, centro giovani e biblioteca del
paese, nonché abitazione di quel particolare intellettuale che fu Olindo Guerrini.
Sorta di Pessoa nostrano (ma senza il modernismo), appassionato anche lui di eteronimi, agitatore e massone, consigliere comunale socialisteggiante e assessore, direttore della biblioteca
universitaria bolognese sempre in bolletta, rimatore carducciano senza però l’epos e la vena aulica del professore, Olindo è sin dal nome di battesimo una sorta di distillato di romagnolità. Il
figlio del farmacista del paese scrisse il suo libro più famoso nel 1877, superando di gran lunga le vendite delle Odi Barbare dell’incensato Carducci, usando però come soprannome quello del
cugino morto di tisi, Lorenzo Stecchetti. Pochi anni prima, nel 1872, aveva contribuito all’apertura della biblioteca popolare di Sant’Alberto, un paese allora di 2740 abitanti, perlopiù
analfabeti o con bassa scolarizzazione, che però nei primi otto mesi di apertura vide 107 prestiti, di cui 21 a nome di donne. Un successo culturale senza precedenti. Certo, molti libri non
tornavano più. Soprattutto se erano piaciuti. E se proprio entusiasmavano, i lettori santalbertesi ci tenevano a farlo sapere scrivendo a margine: “Bellissimo”, “Interessantissimo”. Cosa piaceva?
Beh, l’avventura ovviamente come Ben Hur. Anche la critica però troncava con la mannaia: "Lettore, quando tu avrai letto questo libro sarai più stupido di prima", appare appunto scritto a mano su
un libro che non vi sveliamo qual è. Provate a sfogliare qualcuno di questi testi che hanno fatto le ossa dei sogni degli abitanti del paese in questi 144 anni di letture, sarà come entrare in
un’avventura di un altro, come sentire i sussurri di coloro che hanno sognato e non sono più, o sono ancora racchiusi nel nostro leggerli, come direbbe Tabucchi.
Per chi volesse approfondire F. Gabici – F. Toscano, Scienziati di Romagna, Sironi 2007.
C. Bassi Angelini, Olindo Guerrini e la Società operaia di mutuo soccorso, Longo 2005.
Museo NatuRa via Rivaletto, 25 48020 Sant'Alberto, Ravenna
www.natura.ra.it
Orari di apertura dal 1 settembre al 30 giugno:
martedì, mercoledì e giovedì: 9.30 - 13.00
venerdì, sabato, domenica e festivi: 9.30 - 13.00 / 14.00 - 18.00
Chiuso il 25 dicembre, 26 dicembre e 1 gennaio
telefono: 0544 529260, 528710
email: infonatura@comune.ra.it
Casa Olindo Guerrini
Via Guerrini, 60 tel.: 0544 529805
Apertura invernale: da lunedì a venerdì 14.30-18; giovedì e sabato 8.30-12.30;