Cosa succede se una pedagogista – paesaggista, Roberta Magnani, e un musicista compositore polistrumentista, Dario Giovannini, si mettono in testa di ridare vita ad una Rocca storica? Accade a Cesena, dove dal 2012 l'associazione Aidoru gestisce questo spazio: il risultato è che dalle 22.000 presenza annue sono passati a 90.000. Come sia successo l'abbiamo chiesto proprio a Roberta.
- Come siete arrivati in tre anni di gestione a moltiplicare le presenze come i pani e i pesci?
- Diciamo che è stato un po' il cuore del nostro progetto. Volevamo utilizzare il luogo per moltiplicare l'offerta. Prima c'era un'associazione che sostanzialmente gestiva le visite guidate. Che c'erano, ma ovviamente erano indirizzate a chi già era interessato all'aspetto storico artistico della Rocca. Noi abbiamo ampliato lo spettro, presentando un progetto al Comune indirizzato ai turisti, ai giovani, alle famiglie, alle scuole. Questo spazio, che è composto da un parco di quattro ettari e dalla storica Rocca, è diventato così uno spazio in cui si può ancora fare la visita diciamo ordinaria, ma a questa si aggiunge la visita Lumen Malatesta che è un percorso performativo e narrativo a lume di lanterna con degustazione, particolarmente indicato per le famiglie. Sempre per un pubblico di più giovani ci sono poi i laboratori dal grano alla piadina o Cappuccetto Rosso o l'attraversare il bosco dei segreti. Si tratta di un percorso performativo attraverso gli spazi, inseguendo la fiaba...L'idea è di fare un'esperienza, non solo vedere ed ascoltare. La strategia sta funzionando: ogni domenica i 40 o 50 posti a seconda della proposta sono sempre esauriti. Non c'è stato bisogno neanche della pubblicità, è successo tutto quasi naturalmente.
- E per quelli che più piccini non sono?
- Lo spazio è pensato ovviamente anche per gli adulti, è un luogo di spettacolo a 360°. C'è il punto ristoro, c'è la musica, c'è il teatro oppure le iniziative artistiche per raccolta fondi come quella dell'11 febbraio per sostenere il centro culturale Meque che opera in Colombia. Oppure ancora il Salotto del custode, un luogo e una programmazione per ascolti e aperitivi fuori dal comune, in uno spazio accogliente...D'estate il wellness nel parco e la musica nella corte.
- Questa vostra programmazione ha previsto anche un aumento di organico? È stata quindi anche un'operazione che ha creato nuove professionalità?
- Assolutamente sì. Dalle 4/5 persone iniziali siamo passati a 15 persone che, tra l'altro, a parte specifiche professionalità come il barista, sono multitasking. Fanno i grafici, gli attori, ma anche l'amministrazione. Sono tutte sotto i 30 anni.
- Avete avuto un modello in testa quando avete presentato il progetto all'amministrazione cesenate?
- Sono state due le fonti di ispirazione. Una la Germania. Viaggiando in quel paese ci siamo appassionati di questi luoghi che sanno avere un'accoglienza versatile, dove chiunque si sente a casa. È a proprio agio chi arriva con il cane, è a proprio agio chi ha il bambino, il turista riservato e colto...ci sono quindi meccanismi e dispositivi di accoglienza pensati per tutti. Dai bagni pensati ad accogliere chiunque (e qui mi scappa la risata, che la questione sembra secondaria invece ormai in Italia sembra centrale: Roberta coglie il mio sorriso e dice Eh, sì, hai capito, no?). C'è un'illuminazione che ti permette di essere rilassato, ma anche leggere i libri che sono a disposizione in consultazione libera. E nessuno se li porta via, perché capisce che fa parte della nostra azione di ospitalità, e quindi perché rovinarla? L'altra era proprio questa nostra volontà specifica di fare un luogo disponibile a chiunque perché non difficile, non ostico, non per pochi. E i numeri ci confermano che non abbiamo sbagliato.
- Tra poco la convenzione scadrà, cosa ne pensa il Comune del vostro operato?
- Per il momento sono molto soddisfatti, certo ancora la convenzione non è stata rinnovata, ma il nuovo assessore sembra molto interessato alle nostre attività.
- Che cosa ti piacerebbe ci fosse che ancora non c'è, quali pezzi di progetto ancora vi mancano per essere diciamo completi?
- Ecco, un buon progetto paesaggistico per il Parco della Rimembranza. L'area verde dell'accoglienza è ancora carente e potrebbe creare uno scenario veramente magico. Capisco che può essere impegnativo, ma quando ci penso...
Devo dire che non stento a crederle, essendo anche una paesaggista ed avendo come Aidoru una particolare propensione all'azione nel paesaggio, viene da pensare che con questa ulteriore tessera potrebbe essere una Romagna diversa, meno divertimentificio senza contenuti, più divertimento con il cervello e la bellezza.