In mostra a Bagnacavallo 11 dei 14 cicli di incisioni di Max Klinger nell'esposizione più ampia dedicatagli in Italia. Stampe amate da Brahms, costituiscono uno degli esempi più importanti della grafica d'arte pre avanguardie. E furono molto amate da De Chirico.
“La memoria è del passato” scriveva Aristotele. E sembra che Klinger, aiutato da Freud e dal clima a cavallo tra XIX e XX secolo, ne abbia fatto una sorta di metodologia poetica. Se la memoria è del passato, quello che noi vediamo e rappresentiamo è su una sottile linea del presente che guarda ad un futuro carico di responsabilità. L'incisore, poeta, pittore e musicista originario di Lipsia affonda la sua inconfondibile arte grafica proprio nella carne inesplorata del processo memoriale, pieno di capitomboli, cadute e sviste.
Per chi ha amato la famosa serie de “Il guanto”, la mostra di Bagnacavallo, forse la più completa mai realizzata in Italia, è sicuramente un'ottima occasione per vedere tutte insieme ben 11 dei 14 cicli di incisioni realizzate in varie tecniche (acquaforte, acquatinta e bulino) dall'artista tedesco. Continua così l'esplorazione che il piccolo museo civico, ricco di un'importante collezione di stampe, dedica al mondo della grafica artistica, dopo la mostra su Goya e Chagall, sempre curate dal direttore Diego Galizzi in coppia con uno storico d'arte.
L'evoluzione del lavoro visivo dell'artista, amatissimo da De Chirico, è sotto la lente di questa importante antologica: diventa quindi chiara l'ambigua identificazione dell'artista tra idealismo e realismo, ben delineata da Patrizia Foglia, cocuratrice di questa esposizione: “Nel dibattito tra realismo e ideale, l'artista di Lipsia propose una mediazione tre le due posizioni, anzi una fusione che ritenne possibile nelle diverse forme di espressione artistica”. Uno stilo perfetto, una rivendicazione dell'arte del disegno come autonoma e non schiava delle arti maggiori, un'attenzione quasi spasmodica alla purezza delle forme, sulla falsa riga della tradizione di Dürer, fanno di Klinger uno snodo fondamentale del moderno.
L'opera d'arte totale si interseca con la ricerca musicale di Brahms, anticipa Freud, ma rimane anche ancorata, come mostra la serie “Un amore” dedicata a Böcklin, a questioni anche sociali, trattate con lo stilo “classico romantico” che lo contraddistinguono. Così ne “I drammi” in cui sono presentati sei tragici eventi di cronaca nera, con una particolare sensibilità narrativa riesce a sintetizzare in una sola tavola il senso della storia, senza però eludere lo sviluppo della storia nel tempo.
Una piccola grande mostra quindi, che vale la pena di una visita nel borgo della campagna ravennate che con la sua piazza Nuova, a forma di ellissi, non potrà che incantarvi, rimemorando le immagini oniriche dell'artista tedesco.
Max Klinger. Inconscio, mito e passioni alle origini del destino dell’uomo.
Dal 15 settembre 2018 al 13 gennaio 2019
A cura di Diego Galizzi e Patrizia Foglia
Museo Civico delle Cappuccine
via Vittorio Veneto 1/a a Bagnacavallo (RA)
Orari: martedì e mercoledì: 15-18; giovedì: 10-12 e 15-18; venerdì, sabato e domenica: 10-12 e 15-19. Chiusa il lunedì e post-festivi.
Aperture serali speciali (fino alle 23.30) dal 27 al 30 settembre.
Ingresso gratuito.
Pubblicato su Artribune con il titolo "Le incisioni di Max Klinger. A Ravenna"
il 29 settembre 2018